Gruppo di Yoga e Meditazione Ananda Torino

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Allora un contadino disse: Parlaci del Lavoro.

E lui rispose dicendo: Voi lavorate per assecondare il ritmo della terra e l’anima della terra. Poiché oziare è estraniarsi dalle stagioni e uscire dal corso della vita, che avanza in solenne e fiera sottomissione verso l’infinito.

Quando lavorate siete un flauto attraverso il quale il sussurro del tempo si trasforma in musica. Chi di voi vorrebbe essere una canna silenziosa e muta quando tutte le altre cantano all’unisono?

Sempre vi è stato detto che il lavoro è una maledizione e la fatica una sventura. Ma io vi dico che quando lavorate esaudite una parte del sogno più remoto della terra, che vi fu dato in sorte quando il sogno stesso ebbe origine.

Vivendo delle vostre fatiche, voi amate in verità la vita. E amare la vita attraverso la fatica è comprenderne il segreto più profondo.

Ma se nella vostra pena voi dite che nascere è dolore e il peso della carne una maledizione scritta sulla fronte, allora vi rispondo: tranne il sudore della fronte niente laverà ciò che vi è stato scritto.

Vi è stato detto che la vita è tenebre e nella vostra stanchezza voi fate eco a ciò che è stato detto dagli esausti. E io vi dico che in verità la vita è tenebre fuorché quando è slancio, e ogni slancio è cieco fuorché quando è sapere, e ogni sapere è vano fuorché quando è lavoro, e ogni lavoro è vuoto fuorché quando è amore; e quando lavorate con amore voi stabilite un vincolo con voi stessi, con gli altri e con Dio.

E cos’è lavorare con amore? È tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo il vostro amato. È costruire una casa con dedizione come se dovesse abitarla il vostro amato. È spargere teneramente i semi e mietere il raccolto con gioia, come se dovesse goderne il frutto il vostro amato. È diffondere in tutto ciò che fate il soffio del vostro spirito, e sapere che tutti i venerati morti stanno vigili intorno a voi.

Spesso vi ho udito dire, come se parlaste nel sonno: “Chi lavora il marmo e scopre la propria anima configurata nella pietra, è più nobile di chi ara la terra. E chi afferra l’arcobaleno e lo stende sulla tela in immagine umana, è più di chi fabbrica sandali per i nostri piedi”. Ma io vi dico: non nel sonno ma nel vigile e pieno mezzogiorno, il vento parla dolcemente alla quercia gigante come al più piccolo filo d’erba; e che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più dolce dal proprio amore.

Il lavoro è amore rivelato. E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l’elemosina di chi lavora con gioia. Poiché se cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che non potrà sfamare l’uomo del tutto. E se spremete l’uva controvoglia, la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino. E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, renderete l’uomo sordo alle voci del giorno e della notte.

Molte persone vengono da me e dicono di essere infelici, e vogliono che dia loro qualche meditazione. Io dico loro: La prima cosa è comprendere perché siete infelici. Se non eliminate le cause alla radice dell’infelicità, posso anche darvi una meditazione, ma non potrà aiutarvi molto, perché le cause di base saranno ancora presenti.

Quella persona poteva essere un bravissimo ballerino, e invece è seduto in un ufficio, accatastando fascicoli. Non ha alcuna opportunità di danzare. Avrebbe amato danzare sotto le stelle, e invece pensa solo ad accrescere il suo conto in banca. E poi afferma di essere infelice, dice: “Dammi una meditazione”. Posso farlo! Ma cosa potrà fare quella meditazione? Che possibilità ha? Lui rimarrà lo stesso:accumulerà soldi, sarà competitivo sul lavoro. Questo sarà l’aiuto che la meditazione potrà dargli: gli darà un po’ di rilassamento per poter fare quelle sciocchezze ancora meglio.

Questo è ciò che succede a molte persone in Occidente con la TM [meditazione trascendentale]. La meditazione trascendentale è così attraente proprio perché Maharishi Mahesh Yogi dice sempre: “Ti renderà più efficiente sul lavoro, ti farà avere più successo. Se sei un venditore, diventerai un venditore più efficiente e di maggior successo. E gli americani vanno pazzi per l’efficienza. Perderebbero tutto il resto pur di essere efficienti. Da qui, l’attrazione.

Sì, può aiutarti. Può aiutarti un po’, E’ un tranquillante. Con la costante ripetizione di un mantra, con la costante ripetizione di una certa parola, trasforma l’ambiente chimico del cervello. È un tranquillante, un suono tranquillante! Ti aiuta a ridurre lo stress in modo che tu possa essere più efficiente domani sul lavoro, più capace di competere, ma non ti cambia per nulla. Non è una trasformazione.

Puoi ripetere un mantra, puoi fare una certa meditazione; ti può aiutare un pochino qui e là, ma ti aiuterà soprattutto a rimanere ciò che sei.

Per questo motivo, da me vengono attratte solo quelle persone che sono veramente capaci di rischiare, quei temerari che sono pronti a cambiare la struttura stessa della loro vita, che sono pronti a mettere tutto a repentaglio. In realtà, non hai nulla da mettere a repentaglio: tutto ciò che hai è la tua infelicità. Ma la gente è attaccata anche a questo.

Ho sentito dire:

In un campo di addestramento fuori mano, una squadra di reclute è appena ritornata al suo accampamento dopo una dura giornata di marcia sotto un sole rovente. “Che vita!”, dice un soldatino, “siamo lontani chilometri da qualunque posto, con un sergente che pensa di essere Attila l’Unno, senza una donna, senza niente di forte da bere, senza poter avere permessi e, come se non bastasse, i miei stivali sono troppo piccoli di due numeri”. Il suo vicino di branda replica: “Non devi rassegnarti a una cosa così, amico. Perché non chiedi che te ne diano un altro paio?” “Non credo proprio che lo farò”, dice il primo soldato, “togliermi gli stivali è l’unico piacere che mi rimane!”

Che cos’hai da poter mettere a rischio? Solo l’infelicità. L’unico piacere che ti rimane è di parlare dei tuoi guai. Osserva quando qualcuno parla dei suoi problemi: è così felice! Paga per farlo: va dallo psicoanalista per parlare dei suoi problemi. Paga veramente per questo! Se qualcuno ascolta con attenzione, è molto felice. La gente parla in continuazione dei suoi problemi; non smette mai di farlo. Arriva ad esagerarli, a decorarli, a farli apparire più grandi di quello che sono, più grandi di come siano nella vita. Perché? Non possiedi nulla da poter mettere a rischio, ma la gente si attacca a ciò che conosce già, a ciò che è familiare. L’infelicità è tutto ciò che conoscono, è la loro vita. Non hanno nulla da perdere, ma sono terrorizzati dal perdere qualcosa.

Con me, la prima cosa è la gioia. La prima cosa è un atteggiamento di celebrazione, un atteggiamento che affermi la vita. Sii felice! Se il tuo lavoro non ti piace, cambialo. Non perdere tempo! Perché aspettare vuol dire aspettare Godot. Godot non arriverà mai. Aspetti, e così sprechi la tua vita. Chi o che cosa stai aspettando? Se afferri questo punto – che sei infelice in una determinata struttura di vita – allora le vecchie tradizioni ti dicono: in te c’è qualcosa di sbagliato. Io vorrei dirti: È la struttura che è sbagliata. Cerca di comprendere la differenza di enfasi.

Non c’è nulla di sbagliato in te! È solo la struttura, il modo in cui hai imparato a vivere che sono sbagliati. Motivazioni che hai imparato e accettato come tue, non sono affatto tue, non ti aiutano a realizzare il tuo destino. Vanno contro la tua stessa fibra, contro ciò di cui sei fatto.

Ricorda: nessuno può decidere per te. Tutti i loro comandamenti, i loro ordini, i loro principi morali, servono solo a ucciderti. Devi decidere da solo. Devi prendere la vita nelle tue mani. In caso contrario, la vita continuerà a bussare alla tua porta e tu non sarai mai in casa. Sarai sempre da qualche altra parte.

Se volevi diventare un danzatore, la vita arriverà attraverso quella porta, perché penserà che ormai tu lo sia già. Se bussa a quell’uscio, e tu non ci sei, perché invece lavori in banca, come fa la vita a venirne a conoscenza?

Dio viene da te sulla tua strada; conosce solo quell’indirizzo. Ma tu non ci sei mai, sei da qualche altra parte, nascosto dietro un’altra maschera, vestito in modo diverso, e con un nome diverso. Come farà Dio a trovarti? Seguiterà a cercarti. Saprà il tuo nome, che tu hai però dimenticato. Conoscerà il tuo indirizzo, ma tu non avrai mai vissuto là. Hai permesso al mondo di portarti fuori strada.

C’è solo un modo in cui Dio sarà in grado di trovarti, ed è quando fiorirai nel modo in cui lui aveva desiderato. Se non scopri la tua spontaneità, se non scopri di che cosa sei fatto, non puoi essere felice. E se non sei felice, non puoi essere meditativo.

Come è nata nella mente delle persone l’idea che la meditazione renda felici? Il fatto è che, ogni volta che scoprivano una persona felice, essa aveva una mente meditativa, quindi le due cose sono state associate tra di loro. Quando veniva scoperto un uomo circondato da un ambiente di grande bellezza e meditazione, quest’uomo risultava essere straordinariamente felice, vibrante di estasi, radioso. Le due cose sono diventate associate. Hanno pensato: La felicità arriva quando sei meditativo.

Ma è vero esattamente il contrario: la meditazione arriva quando sei felice. Ma essere felici è difficile, e invece è facile imparare a meditare. Essere felici comporta una trasformazione drastica nel tuo modo di vivere, un cambiamento brusco. Non c’è tempo da perdere: dev’essere un cambiamento repentino, l’improvviso fragore del tuono, una rottura col passato.

Questo è ciò che intendo con sannyas: una rottura col passato. Ascolti il fragore improvviso del tuono, e muori al vecchio, inizi da principio, dall’ABC. È una nuova nascita; inizi la tua vita daccapo nel modo in cui sarebbe stata se i genitori, la società, lo stato non ti avessero imposto i loro modelli; come saresti stato, come saresti dovuto essere, se nessuno ti avesse portato fuori strada. Ma purtroppo ciò è accaduto. Lascia andare tutti quei modelli che ti sono stati imposti, e trova la tua fiamma interiore.

Sono l’Utopia, sono il non luogo, il miraggio sottile che raccoglie i sogni degli uomini visionari che si proiettano in un futuro oltre il loro orizzonte. Qualcuno mi diffama considerandomi irrealisticamente inesistente, impossibile, non utile, un oppio per l’umanità, non concreta, intangibile, visibile solo a stupidi sognatori illusi, senza piedi per terra. Di fatto metto alla prova chi con coraggio mi accoglie e nutre nel cuore e agisce senza aspettative per raggiungermi e realizzarmi, perché, è vero, sono irraggiungibile e irrealizzabile, e appena vengo sfiorata da qualche temerario volitivo, mi sposto più in là per mantenermi inafferrabile. Ma ho un regalo per chi mi coltiva in coscienza: offro il potere del procedere, offro il suono ritmico di un unisono che chiama e non demorde, offro il richiamo delle qualità che parlano alla essenza umana celata nel profondo, offro l’entusiasmo di marciare su una via di Bellezza, di Verità, di Pace, di Interezza, di Armonia, di Unità, di Sintesi.

Ma come sarebbe un mondo senza utopie ed utopisti? Senza il potere magnetico e trainante dei sogni e delle visioni? Senza l’intuizione del potenziale e del realizzabile, al di là del contingente tempo presente e dell’ orizzonte quotidiano? L’uomo si è abituato a vivere nella sua piccola gabbia fatta di un ristretto “qui e ora” materialistico, non eterno, non in espansione, una sorta di rifugio protettivo dove ogni anelito si assopisce, dove non c’è fuoco, vibrazione, vita nuova, ma solo ripetizione, stereotipie, convenzioni, tradizioni obsolete, forme in disfacimento. Il bisogno di sicurezza è il costruttore delle prigioni umane e pochi riescono ad evadere e a resistere al risucchio del consueto, eppure ognuno ha la chiave per uscirne. La libertà fa paura, apre tutte le porte, schiude tutte le gabbie, ma poi? Capacità di intendere e di volere, ecco cosa sviluppare. Io non sono per tutti, Io sono per gli individui maturi, non velleitari, coloro che si conoscono e sono consapevoli dei loro limiti e delle loro risorse, che sono pronti ad affrontare ostacoli e frustrazioni, che hanno allenato pazienza e determinazione. Sono per i naviganti che conoscono quando issare le vele per procedere spediti e quando ammainarle e accogliere la bonaccia senza considerarla un ristagno, sono per coloro che hanno appreso a scorgere ed a discriminare lampi di Realtà indagando a lungo il proprio mondo interiore, per coloro che si sono lanciati oltre loro stessi e il loro piccolo orizzonte individuale, per coloro che hanno intuito una meta lontana, si sono dati una direzione e sono divenuti così vedette per l’umanità. Sono per quelli che rispondono ai sogni per vedere il mondo rigenerato e vogliono essere co-creatori del Futuro.

Pionieri dell’umanità, le mie sponde vi attendono e aspettano il calpestio dei vostri piedi, anche se la Terra Promessa sarà sempre al di là. Rendetemi presente, viva nella vostra visione, amatemi, io vi feconderò, manderò segni e disseterò a piccoli sorsi la vostra inestinguibile sete.

L’individuo non ancora risvegliato crede sia suo diritto “pensare ciò che vuole”; egli lascia aperta la porta della mente ad ogni contenuto, anche se debilitante o degradante: odio, tristezza, vendetta, meschinità….

Si lamenta a volte della qualità dei suoi pensieri e dell’incostanza della sua mente. Dice: “non riesco a focalizzare l’attenzione”; “il tempo della mia concentrazione è breve”; “sono assediato da pensieri importuni”; “non so come liberarmi da alcuni pensieri”….

Si sente una “vittima” della sua mente e, talvolta anche con un certo compiacimento, afferma di “non poter farci nulla”.

Ciò che si rileva è che spesso il mondo del pensiero viene subìto invece che agito; che è legato a sentimenti di impotenza e di “coabitazione forzata”, quasi fosse una dimora mentale che non ci siamo scelti e che spesso ci opprime.

In realtà, pensiero e desiderio costruiscono il destino. Si afferma nelle Upanishad: “L’uomo non è che desiderio; come desidera, così egli diventa”.

Chi è sul Sentiero vigila attentamente i suoi pensieri, poiché sa che essi formeranno la realtà futura.

Sa che “L’energia segue il pensiero” e che la sua mente può diventare strumento per concretizzare realtà di separazione e distruzione o di  unità e  pace.

Sa che l’azione che seguirà il pensiero ne riprodurrà esattamente l’energia e pertanto è impegnato a produrre:

  • motivazioni pure;
  • progetti altruistici;
  • propositi amorevoli.

La realtà della nostra vita personale e sociale è quella che i nostri pensieri hanno formato e poi rafforzato con la ripetizione. Il pensiero amplia o restringe i nostri orizzonti, determina la maggiore o minore armonia con la quale ci rapportiamo al mondo, influisce sulla nostra efficacia nell’agire.

Di essi siamo responsabili: diventando sempre più “puri e potenti”, cioè allineati mentalmente con le forze della Luce, potremo portare il nostro contributo all’evoluzione. Attraverso tecniche di concentrazione, meditazione, visualizzazione e immaginazione creativa potremo “proiettare” nell’universo forme-pensiero che, se ripetute e sostenute dalla volontà, potranno concretizzarsi:

Il segreto del dominio di sé risiede in una regola molto semplice: non lasciare che certi pensieri e certi sentimenti si insedino nella propria testa e nel proprio cuore, perché sarebbe poi troppo tardi per arrestarne gli effetti. E’ più facile cambiare le proprie opinioni scientifiche, filosofiche o religiose (può succedere di cambiarle istantaneamente) che cambiare i propri sentimenti di odio, i propri amori, i propri affetti o le proprie cupidigie. Ed è ancora più difficile cambiare le proprie abitudini, perché esse sono incrostate nella materia, la nostra materia. Per avere la padronanza dei propri atti, bisogna iniziare dalla padronanza dei propri pensieri(Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

Il pensiero di Aïvanhov sopra riportato si ritrova sintetizzato in un noto aforisma che con fermezza riconsegna all’uomo la responsabilità di “creare consapevolmente” col pensiero:

Semina un pensiero, raccoglierai un’azione. Semina un’azione, raccoglierai un’abitudine. Semina un’abitudine, raccoglierai un carattere. Semina un carattere, raccoglierai un destino.

Lungo il Sentiero, l’uomo impara a governare i suoi pensieri, che costituiscono la sua essenza, al di là della “maschera” con la quale egli si presenta al mondo per ottenere successo e amore. “Come un uomo pensa nel suo cuore così egli è” afferma un detto della Saggezza antica, ribadendo che l’evoluzione interiore procede di pari passo con il raffinamento progressivo del mondo emotivo e mentale.

Altri antichi aforismi ribadiscono la funzione creatrice del pensiero:

Tutto è Mente. Il Pensiero domina la materia. L’energia fluisce dove va l’attenzione. La Mente precede le cose, le domina, le crea. L’attenzione cambia il valore dell’oggetto.

Sono i nostri pensieri e sentimenti ricorrenti a formare l’“aura” che circonda il nostro corpo fisico-eterico ed è la maggiore o minore armonia e bellezza di questi che gli altri percepiscono di noi come vibrazione energetica; questa può assumere la colorazione della “vitalità”, della “sim-patia”, della “disponibilità”, o, al contrario, dell’indifferenza, dell’a-patia, dell’egoismo.

L’aura del nostro Pianeta, costituita dalle emanazioni delle menti di tutti i suoi abitanti, è visibilmente inquinata d’egoismo. Questa comprensione, invece che bloccarci alla prima sensazione d’impotenza, può portare al riconoscimento della nostra possibilità di cooperare con la Fratellanza che, con saggia lungimiranza e superiore bene-volenza, vigila sull’avanzamento del Pianeta; la nostra attività primaria va svolta al livello del Pensiero, che si irradia nel tutto e tutto crea.

Il nostro compito di esseri umani cui sta a cuore la propria e l’altrui evoluzione è, pertanto, quello di diventare Pensatori efficaci, forti ed amorevoli. Con l’energia del pensiero purificato e direzionato, potremo  creare forme-pensiero che rispecchino gli ideali superiori nel modo più avanzato possibile per il nostro livello evolutivo, le quali, sostenute da gruppi di menti creative focalizzate, potranno contribuire a precipitare Progetti di Luce sulla Terra. Potremo così diventare mediatori di consapevolezze.

I Pensatori illuminati di ogni tempo sono vigili alle intuizioni superiori; riproducendo le idee nella materia, ne riportano fedelmente la visione e attuano ciò che hanno colto mediante la costruzione di forme-pensiero chiare e ben strutturate che potranno esercitare un forte influsso sulle menti “pronte a rispondere”.

Ogni pensiero sufficientemente definito è una vibrazione del corpo mentale e, come ogni altra vibrazione, tende a riprodursi nella realtà circostante, comunicandosi a materia mentale di simile densità; così, come i pensieri bassi, di utilitarismo e indifferenza dell’uomo medio creano vibrazioni simili in altre menti sintonizzate con quel tipo di materia mentale, i pensieri degli idealisti, dei filantropi, dei grandi riformatori sociali e religiosi, degli utopisti, e, più in generale, di coloro cui sta a cuore il Ben-essere dell’umanità creano forme-pensiero chiare ed armoniche, che si irradiano e risuonano in altre menti concentrate su simili ideali elevati. Il potere del pensiero direzionato e coerente di un gruppo di individui sintonizzati determina effetti molto superiori alla somma dei pensieri dei singoli individui, così come il fascio di luce coerente del laser è di gran lunga più efficace di fasci di luce non coerenti.

Le caratteristiche essenziali di questi Ideatori e Comunicatori, del passato e del presente,  sono l’apertura di coscienza, la dedizione al bene comune, la capacità di intuire il Piano, l’assenza di egoismo e separatività.

Essi sono sempre e senza esitazioni per la Pace, poiché  sanno che, karmicamente, la Buona Volontà e l’Armonia, al contrario della guerra,  danno buoni frutti. Nella dimensione del tempo, la guerra è sempre collegata al rancore del passato, mentre la Pace è il Per-dono (“dono per-fetto”) del presente, vivo e palpitante, proiettato nel futuro.

I nuovi idealisti sanno che guerra e pace nascono nell’interno, e che gli effetti di annebbiata distruttività o di gioiosa operatività si preparano nel cuore degli uomini.

Gli aspiranti spirituali di tutto il mondo avvertono sempre più chiaramente la necessità di “cercare il regno di Dio”:

«Cercate il Regno di Dio e la sua Giustizia» diceva Gesù. L’idea del Regno di Dio ha ramificazioni e ripercussioni in tutte le regioni dell’universo, in tutta la creazione, dall’alto fino in basso, poiché tutto è collegato. Noi possiamo realizzare sulla terra qualcosa di veramente grande solo cominciando a mettere in moto un’idea in alto, sapendo che un’idea non è un’astrazione ma un’entità viva e operante. (Omraam Mikhaël Aïvanhov, Pensieri quotidiani)

 Con il pensiero di molti si è via via definito il mondo in cui viviamo; cambiando segno alla stessa energia, potremo mutare la realtà.

E’ necessario che “coloro che hanno compreso” lavorino per:

  • diffondere la realtà del fatto che “il pensiero crea” e che “la realtà è pensiero concretizzato”;
  • sostenere che “ciascuno è creatore di realtà” e che, in quanto tale, è responsabile dei pensieri che raffinano o inquinano l’aura energetica del Pianeta;
  • direzionare il pensiero dando attenzione e forza a ciò che produce Bellezza ed Evoluzione, negandola a ciò che lavora con l’indifferenza e con la stasi.

Meravigliosa la sintesi profetica di Aurobindo riguardo alle possibilità che attendono l’umanità risvegliata del futuro:

Divengo quello che vedo in me stesso. Ciò che il pensiero mi suggerisce, posso farlo. Ciò che il pensiero mi rivela, posso divenirlo. Questa dovrebbe essere l’incrollabile fede dell’uomo in sé, poiché Dio lo abita.

Io saluto il buddha che è dentro di te. Forse tu non ne sei consapevole, forse non ti sogni neppure di essere un buddha, e che nessuno può essere nient’altro che questo, non ti sogni neppure che la condizione di buddha sia il nucleo essenziale del tuo stesso essere: non è qualcosa che si verificherà nel futuro, ma qualcosa che è già accaduto. È la sorgente stessa da cui provieni… è la sorgente e al tempo stesso anche la meta. È dalla condizione di buddha che noi partiamo, ed è verso di essa che ci muoviamo.

Quest’unica parola contiene tutto: l’intero cerchio della vita, dall’alfa all’omega.

Ma tu sei profondamente addormentato, non sai chi sei. Non si tratta di diventare un buddha, devi solo prendere atto del fatto che lo sei, devi tornare alla tua sorgente, guardare dentro di te. Stare faccia a faccia con te stesso, ti rivelerà la tua condizione di buddha.

[…] C’è, in questa situazione astrologica, un forte richiamo al coraggio, all’energia ignea del Cuore, il Modello centrale, il Sole pulsante di ogni sistema e centro dei centri dell’Universo intero, che diffonde la Vita in ogni sua parte, imprigionandola nella Sostanza e richiamandola poi a sé attraverso un percorso di purificazione e trasmutazione effettuato in simbiosi col ciclo del divino Respiro, per rilanciarla nuovamente in azione.

Ogni centro nell’universo è quindi un cuore che irradia e richiama dallo Spazio energie affini, costruendo attorno a sé un campo qualificato. Così è per il nostro Centro umano, il cui cuore aggrega e costruisce il campo energetico dell’Umanità.

Ugualmente, nella forma, l’organo fisico del cuore accoglie e distribuisce l’energia vitale attivando la corrente sanguigna e presiedendo, in collaborazione con l’apparato respiratorio, a quell’opera di ossigenazione e rinnovo che consente l’esistenza delle creature.

Così avviene dunque ad ogni livello, per cui si può ben affermare, come già scritto in queste pagine, che l’Universo è un sistema di cuori, ciascuno dei quali ricopia, ed è in essenza, il Modello del cuore perfetto. Ogni cuore è contenuto nell’unico Cuore ed è collegato a tutti gli altri dalla Matrice spaziale, disposta dal Pensiero divino; ciascuno mantiene in vita una forma, sia essa manifesta o no, sia essa animata dal proposito del Bene comune o, ai livelli inferiori dell’esistenza, sospinta in manifestazione da un intento malevolo.

Vi è quindi anche una catena di cuori corrotti, utilizzata dalle forze oscure che, attingendo allo stesso modello, e deformandolo, agiscono per separare e distruggere poiché non sono in grado di costruire. Le forze della Luce hanno dalla loro un punto di forza: sanno che l’avversario non può che restare sui piani inferiori dell’esistenza (fino cioè al livello mentale concreto) dove esso appronta il suo campo e addestra le sue schiere. Va detto che su tali piani non si può in realtà parlare di Cuore, poiché questo vive al di sopra dei tre mondi della personalità, ma eventualmente del suo simulacro, che può tuttavia attrarre i deboli, i disperati o comunque coloro i cui occhi non si sono ancora aperti alla Luce e alla Bellezza.

In questo ciclo del mondo a cavallo fra due ere, mentre tutto va accelerando, ci stiamo dotando anche di mezzi tecnici che favoriscono questa tendenza crescente ed aumentano le possibilità di aggregazione dei simili. Le forze malvagie, che fanno molto rumore perché hanno paura, cercano di incuterla nelle masse non orientate, facendo leva sui loro istinti più triviali, sulle ragioni di pancia,inducendole a reagire scompostamente o addirittura suscitando in alcuni ammirazione per il loro presunto coraggio. Quando argomentano le loro ragioni, sono peraltro anche suadenti ed attrattive per le menti che non discriminano e che incantano con teorizzazioni apparentemente sensate.

Oggi anche le forze costruttive che operano per il Bene avvertono finalmente la necessità di unirsi, di conoscersi, di operare insieme in modo economico al servizio del Piano, formulando in risposta un progetto evolutivo comune e cercando di intuire i passi del cammino da compiere, con gli occhi rivolti al Cielo ed alla Gerarchia planetaria, l’organo cardiaco del pianeta. Così, con ordine ed in libertà, si radunano le schiere dell’esercito della Luce che, senza mai lasciarsi trascinare ai livelli in cui l’avversario opera, va silenziosamente costruendo il mondo nuovo che, inavvertito ai più, andrà a sostituire il vecchio senza rinnegarlo ed anzi utilizzandone le stesse pietre per edificare il nuovo Tempio.

Il vessillo di questa armata, il suo modello di riferimento è dunque il Cuore perfetto, che si esprime, a livello umano, come capacità di:

  1. Restare nella chiara luce fredda, producendo tuttavia calore intorno a sé;
  2. Essere magnetici e donarsi, in oblio di sé, al servizio del Bene comune;
  3. Discriminare, pur amando tutto e tutti in egual modo;
  4. Perseguire costantemente il buono, il bello, il vero;
  5. Costruire incessantemente, con coraggio, il nuovo, mentre tutto crolla e si disgrega;
  6. Alimentare senza sosta il fuoco della fede, vivendo da immortali;
  7. Aderire ai ritmi cosmici, attestando l’unità del Tutto.

Da “Cuore”, Collezione Agni Yoga, ed. Bresci, L’Età dell’Acquario:

Par. 1 “Vedere con gli occhi del cuore; udire con le orecchie del cuore il fragore del mondo; penetrare il futuro con la comprensione del cuore: ricordare gli accumuli del passato mediante il cuore; così bisogna avanzare, con impeto, sulla via dell’ascesa. La capacità creativa ha in sé una potenzialità ignea, ed è intrisa del sacro fuoco del cuore: Pertanto sulla via della Gerarchia, del grande Servizio e della Comunione la sintesi è la via luminosa del cuore. Come irradiare raggi manifesti se la fiamma non è accesa nel cuore? E’ precisamente la qualità magnetica che è inerente al cuore. La creatività suprema è pervasa da questa grande legge. Quindi ogni vittoria, tutte le fusioni, ogni grande unificazione cosmica si conseguono tramite la fiamma del cuore: Con quale mezzo si pongono le basi delle grandi imprese? In verità solo con il cuore. Così gli archi di coscienza sono fusi assieme dalla sua fiamma […]”

Oggi insomma è il momento in cui tutti coloro che sono in grado di farlo sono chiamati a prendere una posizione, a cooperare con i simili, su un fronte o sull’altro. Da questo confronto nascerà il mondo nuovo: assumiamocene la responsabilità.

[…] Molti intellettuali affermano che il male è più soggettivo che oggettivo. Questo non è completamente vero. Si può dire che molto male è dovuto all’ignoranza dell’uomo. Per esempio, l’abi­tudine dell’eccessiva indulgenza fisica – e i suoi conseguenti mali di non discrezione, cattiva salute e di dominio incontrastato della ten­tazione – non nasce finché l’uomo, per un atto d’errata discrimi­nazione, non dimentica se stesso e con ripetute trasgressioni per­mette soggettivamente a quella coscienza di diventare un’abitudine.

Tutte le abitudini, buone o cattive, controllano e rendono schiava la mente solo dopo che la volontà ha acconsentito di essere sopraffatta dalle ripetute azioni buone o cattive nate dalla buona o cattiva discriminazione, secondo il caso. Perciò si può dire che la giusta discriminazione dell’uomo, e la volontà che agisce sotto la sua influenza, producono ogni bene, mentre l’igno­rante o cattiva discriminazione dell’uomo, e la volontà che agisce ripetutamente sotto la sua influenza, è responsabile di ogni male. Da questo punto di vista bene e male sono principalmente sogget­tivi, invece di trarre origine da un potere oggettivo. Ci si potreb­be chiedere perché alcuni bambini nascono con particolari ten­denze d’autocontrollo e altri con tendenze di debolezza. Alcuni intellettuali potrebbero affermare che l’eredità è responsabile delle buone o cattive tendenze di un bambino. Allora sorge la doman­da: Perché un Dio imparziale avrebbe creato un bambino con una buona eredità e un buon cervello incline solo alle cose buone, e un altro bambino con una cattiva eredità e il cervello di un de­ficiente incline solo a fare il male sotto l’irresistibile influenza di cattivi istinti fisiologici?

Secondo la legge della reincarnazione e la legge del karma – la legge di causa ed effetto che governa le azioni di tutte le persone – viene spiegato che l’anima attira a sé una buona o una cattiva eredità, e un cervello buono o cattivo, secondo le abitudini prena­tali formate nel corso dell’incarnazione passata, precedente la mor­te nell’ultima incarnazione e la rinascita in questa vita. Perciò si può dire che la buona o la cattiva discriminazione di tutte le incarnazioni, operando tramite la legge di causa ed effetto che governa tutte le azioni umane, crea delle buone o cattive abitudi­ni, che a loro volta creano delle buone o cattive tendenze eredita­rie; e così, ogni male nasce dalla cattiva discriminazione.

Tutto questo è ben detto, cioè che il male è soggettivo, ma ciò non spiega perché milioni di batteri e armate invisibili di germi virulenti si muovono silenziosamente intorno alla terra cercando, come voraci locuste, di distruggere la messe di vite umane.

Perché per la maggioranza delle persone è facile essere tentati materialmente? Perché sono pigri spiritualmente, perché fanno proprio quelle cose che faranno loro del male? Perché c’è la morte per alluvioni e cataclismi? Perché gli uomini s’ammazzano recipro­camente nelle guerre? Perché c’è il cannibalismo nella natura? Perché il piccolo salmone vive della carne di sua madre? Perché il pesce grande mangia il pesce più piccolo? Perché nella mente umana, che fu fatta ad immagine di Dio, sorgono anche i pensieri dell’errata discriminazione e le emozioni di gelosia, vendetta, cu­pidigia ed egoismo?

Se l’uomo è l’immagine di Dio, e Dio è buono, allora la dedu­zione logica è che l’uomo non può diventare nient’altro che buo­no. Le guerre mondiali furono prodotte dall’egoismo industriale, da nazioni eccitate dall’egoismo nazionale e dall’avidità di possessi, ma perché non sono state evitate dalle discussioni parlamentari?

Pensate al piacere di pescare. Ingannate il pesce col cibo messo nell’amo, e più il pesce si dibatte per vivere più voi godete e dite: «Mio, è un pesce battagliero». Vi piacerebbe scambiare il posto col pesce? Pensate agli Aztechi, che erano soliti strappare il cuore dei loro prigionieri di guerra, sei o settecento alla volta, di fronte agli idoli dei loro dèi. Pensate a tutte le streghe e ai martiri bruciati dallo zelo della fede cristiana.

Pensate alle guerre delle Crociate, combattute in nome degli insegnamenti biblici, che predicano solo amore per i vostri nemici. Pensate alle innumerevoli malattie che infestano le piante e gli animali, che non hanno libero arbitrio e di conseguenza non pos­sono attirare mali prenatali dovuti al cattivo karma.

L’eterno guerreggiare degli animali che si predano l’un l’altro, e la battaglia degli opposti in natura, mostrano distintamente che c’è una forza maligna che impiega germi, la cattiva discriminazione degli uomimi, e gli istinti cannibaleschi – che sono cattive vibra­zioni risultanti dalle azioni sbagliate degli uomini – e produce la tentazione di fare il male in maniere infinite, cercando di distrug­gere gli sforzi del Bene Infinito che cerca di esprimersi in infinite buone maniere.

[…] Vediamo che Gesù, la cui conoscenza nasceva dall’intuizione, parlò distintamente di un cosciente Satana che lo attirò nel deser­to e lo tentò con le bestie feroci dei cattivi modelli disposti a fianco ai buoni modelli di Dio. Questa forza cosciente viene al­l’uomo comune sotto forma di piccole tentazioni. L’esistenza di questi mali spiega perché Gesù pregò: «Venga il Tuo regno », affinché l’uomo possa usare la sua indipendenza e agire giustamen­te, e possa sostituire il regno di Dio al regno del male.

Satana, come un pescatore, ha gettato una rete d’illusione in­torno a tutta l’umanità e cerca continuamente d’attirare l’uomo verso la schiavitù dell’illusione, della morte e del finito. Satana tenta l’umanità con le esche della cupidigia e le promesse del piacere, e porta la gente alla distruzione e alle continue e dolorose reincarnazioni. Egli tiene le anime, come pesci, nel lago del finito e con i desideri le moltiplica per i suoi scopi distruttivi.

[…] Credere nel Satana oggettivo spiega l’origine di ogni male, che non può essere spiegato dall’ignoranza soggettiva – individuale o collettiva – dell’uomo. Voi siete libero, perciò quando siete ten­tato, o collerico, o geloso, o egoista, o avido, o vendicativo, o agitato, ricordate che Satana vi sta chiedendo di mettervi al suo fianco. Ricordate che ogniqualvolta siete padrone di voi, modera­to, calmo, comprensivo, altruista, clemente, e quando praticate la` meditazione, state invitando Dio ad aiutarvi. Ricordate, soprattut­to, che siete libero e dotato di libero arbitrio, e che Satana può influenzarvi solo quando voi stesso acconsentite alle sue tenta­zioni.

Ricordate, Dio può redimervi solo quando agite in armonia con le Sue leggi del giusto vivere in ogni cosa. Ricordate pure che state nel mezzo, con Satana alla vostra sinistra con il suo regno d’infelicità, e Dio alla vostra destra con il Suo regno di felicità. Sta a voi permettere a Satana di tirarvi dal suo lato, o chiedere a Dio di tirarvi dal Suo lato, dov’è la libertà eterna.

Ricordate, ogniqualvolta siete tentato di fare il male, non è solo la vostra mente soggettiva che vi sta tentando, ma anche l’oggettivo Satana, e sapendo ciò rifiutate di cooperare con lui, per timore di essere distrutto. Satana può agire nell’uomo come catti­va coscienza soggettiva, oppure può diventare il male oggettivo nella natura.

[…] Per tutti i modelli di bene creati da Dio, Satana creò dei corrispondenti modelli di mali psicologici. Dio creò la saggezza, Satana l’ignoranza. Dio creò tutto il bene, Satana tutto il male. Diò creò i sensi della vista, dell’odorato, del gusto, dell’udito e del tatto per servire l’uomo, per dargli la felicità. Con la tentazio­ne, Satana rese l’uomo schiavo dei sensi e gli procurò la conse­guente infelicità.

Dio creò il perdono; Satana creò la vendetta. Similmente, Dio creò la calma, l’impavidità, l’altruismo, lo spirito di fratellanza, la pace, l’amore, la discriminazione, la saggezza e la felicità; ma per ciascuno di questi Satana creò l’opposto psicologico d’agitazione, paura, vanità, egoismo individuale e collettivo, guerra, collera, odio, omicidio e gelosia al posto della discriminazione, l’ignoranza al posto della saggezza, e il dolore per combattere la felicità.

L’asservimento ai sensi fu creato per sconfiggere la felicità del­l’autocontrollo. L’egoismo nazionale, il falso senso di patriottismo, l’egoismo industriale e l’orgoglio nazionale furono creati da Satana per distruggere lo spirito di fratellanza universale, la comprensio­ne internazionale e la legge d’uguaglianza creati da Dio. La co­scienza, la voce di Dio, v’invita sempre a fare il bene. La tenta­zione, la voce di Satana, vi persuade a fare il male.

Ricordate che Satana ha introdotto nella Natura malattie, cata­clismi, carestie, dolore, morte, lotta e imperfezione affinché l’uomo possa desiderare una terra perfetta per ritornare continuamente alla vita terrena, dove regna Satana, e non ritorni mai allo Spirito.

Vivendo perfettamente negli spirituali Stati Uniti del Mondo, fac­ciamo il Cielo di Dio dalla terra d’imperfezione di Satana. Aiutiamo il modello di Dio a prendere il posto dei cattivi disegni di Satana.

Colui o colei che vorranno ottenere la pace dovranno praticare l’essere integri, umili e capaci di esprimere parole amorevoli. Dovranno sapere come vivere una vita semplice e felice, in piena calma, senza essere avidi e senza lasciarsi trascinare dalle passioni dei più. E non dovranno commettere atti che sarebbero disapprovati dai saggi.

Quanto segue è oggetto della loro meditazione:

Che tutti siano felici e in salute, con il cuore colmo di gioia.

Che tutti gli esseri vivano in pace e tranquillità – fragili o forti, alti o bassi, grandi o piccoli, visibili o invisibili, vicini o lontani, già nati o ancora non nati. Che tutti loro dimorino nella quiete perfetta.

Non si permetta a nessuno di fare male ad altri. Non si permetta a nessuno di mettere in pericolo la vita degli altri. Che nessuno, accecato dall’ira o da desideri insani, auguri del male a nessun altro.

Proprio come una madre ama e protegge il suo unico figlio, anche a rischio della propria vita, coltiveremo l’Amore Sconfinato da offrire a tutti gli esseri viventi nell’intero cosmo.

Lasceremo che il nostro amore pervada l’universo intero, in tutte le direzioni.

Il nostro amore non conoscerà ostacoli.

Il nostro cuore sarà assolutamente libero da rancori e ostilità.

Sia in piedi che in cammino, sia seduti che distesi, purché siamo risvegliati, manterremo la consapevolezza dell’amore nei nostri cuori.

Questa è la più nobile maniera di vivere.

Liberi da visioni distorte, avidità e desideri sensuali, vivendo in stato di grazia e realizzando la Perfetta Comprensione, coloro che praticheranno l’Amore Sconfinato per certo trascenderanno Nascita e Morte.

Dal più grande al più piccolo, dal bimbo all’adulto, dal quasi <realizzato> allo spiritualista medio, la paura ne ritma, nelle sue multiformi sinuosità, ogni espressione esistenziale.

Non è giunto il momento di parlarne, tra di noi?

E, però, prima, tratteggiamo un po’ la fisionomia di questo tentacolo urticante che abbiamo appena evidenziato. Riempiamo la <scheda> informativa che ne delinea, sufficientemente e genericamente, le caratteristiche.

Per farlo, bisogna partire da molto lontano. Addirittura – visto che tutti noi rappresentiamo un nutrito campione di persone <che sanno> – dal riconoscimento della reincarnazione, quale metodo espressivo, assorbitore e conservatore per eccellenza di ogni esperienza umana.

Sarebbe fuori luogo, oggi, intendere come paura, essenziale e semplice, gli stati di paralisi generale, di terrore e di annichilimento che accompagnano delle esperienze, in verità, molto rare, nella quotidianità di ogni individuo.

No, la paura – genere <horror> – non costituisce l’argomento dell’articolo.

Di questo tipo di sensazioni specifiche la media umanità puo’ averne sperimentate, sì e no, una decina, in tutta la sua esistenza (e, forse, esageriamo nella statistica).

Una media umanità che non faccia, evidentemente, parte di quella frangia sociale, che vive e si manifesta nel mondo violento della delinquenza e del crimine; e dove le grandi sensazioni elementari e istintuali costituiscono la prima e nutrita leva a qualunque sua motivazione d’essere.

Noi parliamo di qualcosa che è molto più concreto e pertinente alla realtà vissuta, giorno per giorno, da ogni uomo e donna, di medio-alta cultura e spiritualità.

Esistono due aspetti di quanto è stato chiamato <l’ultimo Guardiano della Soglia>: lo statico e il dinamico.

Esaminiamoli.

Ognuno di noi nasce con delle spore radicali, che costituiscono il <DNA> delle sue emozioni, del suo pensiero e della sua fisicità. Si tratta di tendenze, istinti, atteggiamenti ereditati dalle – così ampiamente citate, ovunque – sue vite passate.

Certi <assensi> ad avanzare in alcune direzioni, piuttosto che in altre; certi <blocchi> a gestire un determinato tipo di esperienze, piuttosto che altre rivelano delle dinamiche precise, o dei nodi prestabiliti, che fanno parte della nostra genetica.

Insomma, ogni individuo si ritrova con le sue belle paure e con le sue doti creative, già confezionate e impaccate, ad uso e consumo degli itinerari che seguirà nella presente reincarnazione.

La moderna psicologia potrà assurgere a vette ora incomprensibili quando accetterà l’assunto che gran parte dei complessi e delle qualità dell’uomo e della donna risiedono in un loro lontano passato.

Si tratta proprio di quelle tendenze e di quelle funzioni – spesso torbide – dell’inconscio, che, in tutta evidenza, divergono dall’educazione ambientale e di nascita di chi le possiede; e che, proprio per tale contrasto, indicano le loro radici in un passato remoto, quando il singolo viveva immerso nei più diretti istinti ed egoismi evolutivi.

Una <base piatta>, quindi, di strutture emozionali e mentali, oltre che fisiche, posseduta già da tutti noi; e che dovremo riconoscere quale principale radice <statica> delle nostre paure.

Viene ritenuto che gran parte delle stratificazioni emozionali successive e della creazione di nuovi timori umani nasca e si sviluppi da questo <impianto> di base, di antica preconfigurazione.

Era, quindi, necessario che – in una monografia sulla paura – si toccassero le sue origini più vere e sostanziali, prima di proseguire nello sviluppo ulteriore dell’argomento.

I timori <dinamici>.

Sono semplicemente il sobbollire di quelli antichi, nello scontro che essi hanno, in tutte le loro svariate situazioni esistenziali.

La tendenza dell’uomo e della donna <energetici> è di conservare a lungo , in sé, le radiazioni che risultano dalle loro costanti esperienze, nel mondo tridimensionale.

Esse nascono – lo abbiamo visto – con una matrice motivazionale antica; e, a questa, mano a mano, aggiungono il peso dei risultati di ogni loro esperienza reincarnativa.

Ogni impatto che avranno con le decine di frammentari contesti espressivi, in cui porteranno la loro esperienza di anima, ingraviderà questa matrice di nuova forza potenziale.

Un buon <amico psicologo> potrebbe indicarvi – in questo esatto momento – quelle zone d’ombra paralizzanti, che soggiacciono al vostro <campo energetico> personale, e mostrarvene il peso e l’importanza prioritaria che hanno, a riguardo della vostra serenità e del vostro equilibrio.

La paura <statica>, in effetti, addizionandosi alla paura <dinamica> accresce sproporzionatamente i valori delle nostre reazioni singole, di fronte ad ogni esperienza, sì da mostrare un potere che, in ultima analisi, risiede soltanto nella nostra volontà subconscia e patogena.

Potremmo, quindi, fare due flashback – o due foto distinte – delle paure, nell’individuo. Una, mentre si trova, tranquillo, al di fuori di ogni situazione aggredente. In tal caso – ed a seconda delle caratteristiche soggettive di ognuno – egli vive l’esperienza dell'<isola stagna>; quasi serena.

Però, proviamo a sollecitargli un ricordo, una sensazione precisa, ed ecco che, dal serbatoio in equilibrio instabile del suo subconscio, si estrofletteranno, immediatamente, i suoi timori, e le sue angosce latenti.

Ciò che risulta prioritario, nel far leva ad ogni nostro intimo buon senso, è la consolidata realizzazione che, in effetti, questa idra invisibile, dalle mille teste sinuose – questa sommatoria di ogni nostra precedente paura, stratificata nell’inconscio profondo – ipotizza i suoi valori su di un nulla di fatto; su esperienze passate, e che ora non esistono più!

Vi fu chi affermò – con un mirabile senso delle proporzioni: “Solamente l’1 per cento di ogni nostro timore istintivo ha dimostrato, alla fine, di possedere una sua valida ragion d’essere. Solamente l’1 per cento delle cose immaginarie temute, in effetti e per esperienza consolidata, si avvera”.

Come uscire da queste <sabbie mobili> soggettive, e celate nel nostro profondo subconscio; da questa morsa invisibile; a volte, sicuramente nemica della serenità piena di ognuno di noi, ed a volte solo infastidente?

Sarebbe, a dir poco, leggero e senza alcun senso volere dare un decalogo rapido e secco, in proposito.

Noi crediamo che aver evidenziato il fenomeno delle due paure – la statica e la dinamica – ed il peso che esse hanno sulla nostra vita, sovrapponendosi comunque e sempre una all’altra, possa risultare essenziale per molti lettori.

Vogliamo solo dar cenno ad un fattore positivo delle nostre capacità subconsce. Un fattore che potrebbe mostrarsi, alla lunga, rivelatore di grandi liberazioni soggettive.

Non esiste un solo pensiero – fugace, o prolungato negli anni -la cui sopravvivenza non dipenda strettamente dall’uomo che lo abbia creato, e che lo stia mantenendo in vita.

All’interno del nostro ampio campo energetico, è possibile – all’occhio investigatore spirituale – scoprire e portare alla luce un grande numero di sue <strette magnetiche>. Esse sono il nodo di volontà inconscia e personale che noi tutti creiamo, nell’originare qualunque manifestazione, concetto, espressione e pensiero nostri.

Non solo siamo i soli responsabili delle nostre paure, ma addirittura – senza rendercene conto – le amiamo, stentiamo a liberarcene, e le manteniamo costantemente in vita, reggendole <per il bavero>, nel nostro subconscio.

Se solo percepissimo l’esatto punto del nostro mondo energetico in cui – giorno dopo giorno, notte dopo notte – la nostra volontà istintiva e inconsapevole crea la morsa che sorregge quella data paura, per la sua intera durata, e la allentassimo, all’improvviso, ebbene, all’improvviso codesta angoscia cesserebbe di esistere, e di riflettersi sui nostri stati d’animo e sull’intera nostra esistenza.

Questa è una realtà di fatto. Siamo noi, e solo noi, i creatori di ogni nostro incubo e di ogni nostra felicità.

Le cose materiali forniscono vera gioia? No! Per qualche momento danno un piccolo piacere passeggero, che sempre è, però, seguito da pene. Esse ci promettono gioia, ma non mantengono la parola data.

Colui che si diverte troppo con i piaceri della terra smarrirà la felicità; coloro che si arrendono alla vita sessuale, perderanno la loro vitalità; chi mangia eccessivamente, perderà la salute e la soddisfazione del cibo. Ovunque andrete vi accorgerete che la gente raccoglie il frutto degli eccessi che ha seminato durante l’esistenza.

“Il prezzo del peccato è la morte”.

Il peccato è ignoranza; ignoranza delle leggi cosmiche Divine della vita. Soltanto quando giungiamo a vivere armoniosamente con la legge di Dio ci armonizziamo con il nobile proposito dell’esistenza umana.

Dio non ci castiga; siamo noi stessi a castigarci, in accordo con la legge di causa e di effetto. Se semineremo buone opere raccoglieremo felicità; se, invece, ne produrremo di cattive, ci ritroveremo immersi in molti dispiaceri.

La vecchiaia, le preoccupazioni, le malattie, e la morte rappresentano solo alcuni effetti del peccato, o ignoranza della legge universale.

Sarebbe cosa completamente inutile se noi soddisfacessimo la presente vita “esistendo” solamente, e, poi, morendo. Tutti noi speriamo che le nostre vita producano bene e piacere.

Devi seguire il sentiero, sino alla fine; e se avrai scelto quello appropriato, inevitabilmente, lì, incontrerai Dio. Evita i viottoli del desiderio materiale, che conducono soltanto ad un abisso di insoddisfazione.

Ogni buona azione che compirai sarà come il colpo di un piccone che, perforando il suolo della coscienza, permetterà alla sorgente della gioia Divina di zampillare.

Ma, il piccone della meditazione, che rappresenta l’azione perfetta per antonomasia, perfora la superficie interiore della coscienza e fa scaturire la gioia totale della vita. Il “geiser” della Felicità Suprema cresce e fluisce perpetuamente nell’anima, attraverso il silenzio trapanante.

“Dio è gioia sempre rinnovata”

Voi tutti scoprirete che, attraverso la pratica continua della meditazione, inizierete a provare una gioia, che sempre si rinnova, che sempre aumenta. Una gioia che non equivale solo ad uno stato mentale astratto, o ad un piacere mortale di corta durata, bensì a quella felicità Divina della meditazione, che accoglierà sempre le vostre preghiere e risponderà ad esse.

Subito dopo, ascolterete il Suono Cosmico, che proviene dallo Spirito, ed in questo suono percepirete intimamente la gioia dello Spirito stesso.

E, mentre starete ascoltando il Suono, riceverete la soluzione per ogni vostro problema.

Tutti cerchiamo la felicità; una felicità che non ci abbandoni. Tutti aneliamo a che essa si stabilizzi durevolmente in noi. Una felicità che non declini, e che si rinnovi eternamente.

Una volta che avrete sperimentato questa gioia, che si rinnova eternamente nella vostra stessa anima, troverete automaticamente in essa tutto ciò che da sempre anelavate rintracciare; e saprete che è proprio questo giubilo che stavate cercando da eoni di tempo.

Avreste mai pensato alla possibilità di godere dell’eterna gioia, senza ritrovarvi nell’eterna esistenza? No! Questo concetto sarebbe stato contraddittorio ed assurdo.

Senza dubbio, l’amore per l’esistenza non rappresenta il nostro maggior desiderio. Se lo fosse, non ci sarebbero i suicidi.

Nessuno giungerebbe mai a pensare che porrebbe termine alle proprie tribolazioni togliendosi la vita.

Noi desideriamo vivere [anche] quando la nostra esistenza si riempie di afflizioni. Desideriamo una vita gioiosa. E non desideriamo provare esistenza e gioia, mentre stiamo in uno stato incosciente. Vogliamo farlo, pienamente consapevoli di esse.

Ora, che rapporto esiste tra la novella gioia perenne e l’esistenza eterna?

Ecco, la risposta: la coscienza eterna.

Dio è quella gioia sempre nuova, in continua espansione, e incessantemente consapevole.

Tutti noi cerchiamo questa gioia; direttamente, attraverso l’anima, e indirettamente, attraverso i falsi piaceri dei sensi.

Quando nasce la sazietà, il fastidio, la disillusione, e la sofferenza, come conseguenza dell’aver cercato la felicità tramite i sensi, noi ci rivolgiamo a Dio e, in tal modo, scopriamo l’unica fonte di vero godimento.

* Il proposito di ascoltare il suono di OM *

Tutte le vibrazioni producono un suono. I suoni più sottili, e quelli più intensi, che procedono dalla creazione, non vengono percepiti dall’udito umano, il quale non è capace di captare suoni con una frequenza minore di venti vibrazioni al secondo, e maggiore di ventimila.

Questa lezione vi insegnerà a riconoscere, tramite l’intuitivo udito astrale, il Suono Cosmico: la sinfonia di tutti i suoni dell’universo.

Nella meditazione profonda, quando i suoni fisici del battito del cuore, della circolazione del sangue, e delle altre attività organiche svaniscono, e la musica astrale delle campane, dell’arpa, del flauto (N.d.R.: suoni occulti dei chakras, quali vengono indicati dalle iniziazioni Kriya), e la musica astrale degli altri suoni, originati dall’attività elettrica del corpo astrale, gradualmente spariscono, il devoto ascolta – durante la sua meditazione – il suono di OM: la Vibrazione Cosmica.

Noi sappiamo che esistono suoni fisici e canti, che vagano, non sentiti, attraverso l’etere, e che possono venire captati solo per mezzo della radio.

Le vibrazioni estremamente sottili del Suono Cosmico di OM, che penetrano ogni cosa, si ripercuotono nell’universo in modo simile; sono più sottili dell’etere e si celano nella profondità delle forze cosmiche, dietro l’intelligenza ed il pensiero.

È possibile captare il Suono Cosmico soltanto quando la radio-cuore del devoto, che medita profondamente, si sintonizza alla sua frequenza vibratoria.

Quando disconnetterete del tutto il telefono del vostro senso dell’udito, ascolterete il grandioso suono di OM, celato dietro lo schermo dei suoni corporei ed astrali.

Il più importante dei cinque sensi telefonici è l’udito.

In primo luogo, apprendiamo a disconnetterlo completamente; poi, potremo imparare ad escludere i suoni più deboli della parte interiore del corpo. E, infine, si dovranno escludere i suoni del corpo astrale.

Allorché avrete imparato a farlo, il vostro corpo giungerà a vibrare come un tamburo, o il ruggito dell’oceano; con un immenso ritmo musicale.

Quando ascolterete, sperimentalmente, questo suono, e percepirete la musica cosmica, mentre si diffonde in ogni parte dello spazio, allora conoscerete Dio. E saprete di conoscerLo.

Una volta appresa, questa tecnica dovrete praticarla con fedeltà, con serietà, con assiduità, e dovrete essere persistenti in questa pratica:

Facendolo, vi renderete conto che avete il potere individuale di stabilire un contatto “reale” con Dio.

Le altezze a cui potrete ascendere saranno illimitate.

Tramite la pratica di questa tecnica, voi potrete armonizzare la vostra coscienza con la Coscienza Infinita.

L’unità con Dio non è un cloroformio per la mente. L’unione divina rappresenta l’espansione della vostra coscienza, dai limiti della forma mortale, sino agli ultimi confini dell’eternità.

È interessante osservare che le campane delle chiese hanno avuto origine dalle campane dei templi dell’India.

Il suono che producono cerca di assomigliare al grande suono cosmico di OM.

E la stessa cosa si riferisce alla grande quantità di tamburi, che vengono usati dalle diverse razze umane, per produrre un ritmo.

Perchè mai le campane, ed i tamburi, vi commuovono?

La ragione risiede nel fatto che essi richiamano occultamente, al vostro senso soggettivo, l’immenso suono cosmico di OM.

Quando proposi la teoria della relatività, pochissimi mi capirono, e anche quello che rivelerò a te ora, perché tu lo trasmetta all’umanità, si scontrerà con l’incomprensione e i pregiudizi del mondo.

Comunque ti chiedo che tu lo custodisca per tutto il tempo necessario, anni, decenni, fino a quando la società sarà progredita abbastanza per accettare quel che ti spiego qui di seguito.

Vi è una forza estremamente potente per la quale la Scienza finora non ha trovato una spiegazione formale.

È una forza che comprende e gestisce tutte le altre, ed è anche dietro qualsiasi fenomeno che opera nell’universo e che non è stato ancora individuato da noi.

Questa forza universale è l’Amore.

Quando gli scienziati erano alla ricerca di una teoria unificata dell’universo, dimenticarono la più invisibile e potente delle forze.

L’amore è Luce, visto che illumina chi lo dà e chi lo riceve.

L’amore è Gravità, perché fa in modo che alcune persone si sentano attratte da altre.

L’amore è Potenza, perché moltiplica il meglio che è in noi, e permette che l’umanità non si estingua nel suo cieco egoismo.

L’amore svela e rivela. Per amore si vive e si muore.

Questa forza spiega il tutto e dà un senso maiuscolo alla vita.

Questa è la variabile che abbiamo ignorato per troppo tempo, forse perché l’amore ci fa paura, visto che è l’unica energia dell’universo che l’uomo non ha imparato a manovrare a suo piacimento.

Per dare visibilità all’amore, ho fatto una semplice sostituzione nella mia più celebre equazione.

Se invece di E = mc2 accettiamo che l’energia per guarire il mondo può essere ottenuta attraverso l’amore moltiplicato per la velocità della luce al quadrato, giungeremo alla conclusione che l’amore è la forza più potente che esista, perché non ha limiti.

Dopo il fallimento dell’umanità nell’uso e il controllo delle altre forze dell’universo, che si sono rivolte contro di noi, è arrivato il momento di nutrirci di un altro tipo di energia.

Se vogliamo che la nostra specie sopravviva, se vogliamo trovare un significato alla vita, se vogliamo salvare il mondo e ogni essere senziente che lo abita, l’amore è l’unica e l’ultima risposta.

Forse non siamo ancora pronti per fabbricare una bomba d’amore, un artefatto abbastanza potente da distruggere tutto l’odio, l’egoismo e l’avidità che affliggono il pianeta.

Tuttavia, ogni individuo porta in sé un piccolo ma potente generatore d’amore la cui energia aspetta solo di essere rilasciata.

Quando impareremo a dare e ricevere questa energia universale, Lieserl cara, vedremo come l’amore vince tutto, trascende tutto e può tutto, perché l’amore è la quintessenza della vita.

Sono profondamente dispiaciuto di non averti potuto esprimere ciò che contiene il mio cuore, che per tutta la mia vita ha battuto silenziosamente per te.

Forse è troppo tardi per chiedere scusa, ma siccome il tempo è relativo, ho bisogno di dirti che ti amo e che grazie a te sono arrivato all’ultima risposta.

Tuo padre Albert Einstein

Testo